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Isabella, santa o intollerante?
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Isabella, santa o intollerante?
In Spagna si riaccende la discussione sulla sovrana cattolica. Una biografia la riabilita ma gli studiosi sono divisi
Su di lei è aperto un processo di canonizzazione, ma si discute sugli atti verso le minoranze religiose
Mentre si avvicina la celebrazione del quinto centenario della morte, nel prossimo 2004, su Isabella la Cattolica resta ancora il peso della leggenda nera, nonostante gli sforzi di alcuni storici e uomini di Chiesa, soprattutto sudamericani, per approfondire il profilo di questa donna singolare. Le pressioni degli ambienti ebraici e musulmani hanno contribuito non poco a determinare un giudizio negativo sulla regina di Spagna, voci che si sono fatte sentire soprattutto all'epoca dell'anniversario della scoperta dell'America. Ora una biografia scritta da Vidal Gonzales Sanchez, intitolata «Isabel la Catolica y su fama de santidad: mito o realidad?» vuole cancellare la cattiva fama che si è creata nel tempo attorno a Isabella.
Del resto, uno studio approfondito sulla vita ed opere di Isabella, a parere di storici come il francese Jean Dumont, lo spagnolo Luis Suarez, ambedue accademici, l'inglese Kamen ma anche di alcuni lontani nel tempo come lo spagnolo Vicens Vives, l'americano William Prescott, l'inglese Walsh e tanti altri, rivela come invece la rivalutazione del personaggio abbia più di un fondamento. Non solo protesse personalmente la comunità ebraica mediante interventi personali di fronte alle esplosioni violente di antigiudaismo a Castiglia nel 1485 e nel 1491; secondo storici come Dumont poi, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna, che Isabella inizialmente non voleva, fu una decisione sofferta, presa per evitare il peggio di fronte ai terribili rigurgiti di violenza antisemita, anzi probabilmente finì per salvare molte vite.
Rispetto alla questione degli indios, che furono venduti come schiavi dallo stesso Cristoforo Colombo -come purtroppo si usava in quell'epoca- la biografia di Sanchez ricorda il poco conosciuto gesto della regina, che ordinò a un suo delegato di farli tornare in America, vietando assolutamente il traffico degli schiavi. E non va nemmeno dimenticato il codicillo del suo testamento in cui chiede ai suoi eredi di rispettare gli indiani come cittadini con tutti i diritti e di impegnarsi nella loro evangelizzazione ma senza costrizioni.
E veniamo al capitolo Inquisizione. Se è vero che Isabella e Ferdinando la instaurarono in Spagna, gli storici oggi sottolineano un atto della regina, anch'esso poco noto, che mette in mostra il suo carattere clemente, vale a dire l'amnistia generale ai condannati per l'Inquisizione, tra il 1495 e il 1497, e poco dopo la riduzione del numero dei tribunali inquisitoriali che operavano a Castiglia. Le biografie che stanno uscendo in questi mesi in Spagna ricordano anche fra le sue iniziative la creazione dei primi ospedali a Granada e in America, le sue numerose opere di pietà -morì praticamente nella povertà, dopo di aver devoluto i beni personali in elemosina-, il suo rifiuto di costringere a convertirsi al cristianesimo il figlio di Boabdil, ultimo re musulmano di Granada, ostaggio della corte spagnola durante la Riconquista.
Anche poco conosciuta é la riforma della giustizia: i "re cattolici" combatterono la corruzione dei nobili [...] ed instaurarono il tribunale reale: ogni settimana entrambi sedevano in tribunale per ascoltare dal vivo le lamentele degli umili. Altre iniziative rilevanti essi presero in ambito ecclesiastico: la riforma del clero, il rifiuto dei cardinali nominati da Alessandro VI, l'impulso dato agli ordini religiosi e ai seminari costituirono i semi di una primavera spirituale che, insieme all'evangelizzazione dell'America ed alla difesa della fede durante la Controriforma, avrebbero dato grandi frutti alla Chiesa. Si pensi a Sant'Ignazio, Santa Teresa d'Avila e San Francesco Saverio.
Su di lei è aperto un processo di canonizzazione, ma si discute sugli atti verso le minoranze religiose
Mentre si avvicina la celebrazione del quinto centenario della morte, nel prossimo 2004, su Isabella la Cattolica resta ancora il peso della leggenda nera, nonostante gli sforzi di alcuni storici e uomini di Chiesa, soprattutto sudamericani, per approfondire il profilo di questa donna singolare. Le pressioni degli ambienti ebraici e musulmani hanno contribuito non poco a determinare un giudizio negativo sulla regina di Spagna, voci che si sono fatte sentire soprattutto all'epoca dell'anniversario della scoperta dell'America. Ora una biografia scritta da Vidal Gonzales Sanchez, intitolata «Isabel la Catolica y su fama de santidad: mito o realidad?» vuole cancellare la cattiva fama che si è creata nel tempo attorno a Isabella.
Del resto, uno studio approfondito sulla vita ed opere di Isabella, a parere di storici come il francese Jean Dumont, lo spagnolo Luis Suarez, ambedue accademici, l'inglese Kamen ma anche di alcuni lontani nel tempo come lo spagnolo Vicens Vives, l'americano William Prescott, l'inglese Walsh e tanti altri, rivela come invece la rivalutazione del personaggio abbia più di un fondamento. Non solo protesse personalmente la comunità ebraica mediante interventi personali di fronte alle esplosioni violente di antigiudaismo a Castiglia nel 1485 e nel 1491; secondo storici come Dumont poi, l'espulsione degli ebrei dalla Spagna, che Isabella inizialmente non voleva, fu una decisione sofferta, presa per evitare il peggio di fronte ai terribili rigurgiti di violenza antisemita, anzi probabilmente finì per salvare molte vite.
Rispetto alla questione degli indios, che furono venduti come schiavi dallo stesso Cristoforo Colombo -come purtroppo si usava in quell'epoca- la biografia di Sanchez ricorda il poco conosciuto gesto della regina, che ordinò a un suo delegato di farli tornare in America, vietando assolutamente il traffico degli schiavi. E non va nemmeno dimenticato il codicillo del suo testamento in cui chiede ai suoi eredi di rispettare gli indiani come cittadini con tutti i diritti e di impegnarsi nella loro evangelizzazione ma senza costrizioni.
E veniamo al capitolo Inquisizione. Se è vero che Isabella e Ferdinando la instaurarono in Spagna, gli storici oggi sottolineano un atto della regina, anch'esso poco noto, che mette in mostra il suo carattere clemente, vale a dire l'amnistia generale ai condannati per l'Inquisizione, tra il 1495 e il 1497, e poco dopo la riduzione del numero dei tribunali inquisitoriali che operavano a Castiglia. Le biografie che stanno uscendo in questi mesi in Spagna ricordano anche fra le sue iniziative la creazione dei primi ospedali a Granada e in America, le sue numerose opere di pietà -morì praticamente nella povertà, dopo di aver devoluto i beni personali in elemosina-, il suo rifiuto di costringere a convertirsi al cristianesimo il figlio di Boabdil, ultimo re musulmano di Granada, ostaggio della corte spagnola durante la Riconquista.
Anche poco conosciuta é la riforma della giustizia: i "re cattolici" combatterono la corruzione dei nobili [...] ed instaurarono il tribunale reale: ogni settimana entrambi sedevano in tribunale per ascoltare dal vivo le lamentele degli umili. Altre iniziative rilevanti essi presero in ambito ecclesiastico: la riforma del clero, il rifiuto dei cardinali nominati da Alessandro VI, l'impulso dato agli ordini religiosi e ai seminari costituirono i semi di una primavera spirituale che, insieme all'evangelizzazione dell'America ed alla difesa della fede durante la Controriforma, avrebbero dato grandi frutti alla Chiesa. Si pensi a Sant'Ignazio, Santa Teresa d'Avila e San Francesco Saverio.
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