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I fantasmi dei deportati in Australia
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I fantasmi dei deportati in Australia
L’Australia è una terra alla quale è il caso di attribuire molti superlativi. Nonostante non sia, come spesso si dice, il più antico dei continenti (i nuclei dei quali hanno più o meno tutti la stessa età), l’Australia è quello più piccolo e — a eccezione dell’Antartide — il più pianeggiante e secco. Separato da quaranta milioni di anni dagli altri continenti, l’Australia ha sviluppato una flora e una fauna uniche, e vanta una storia «cominciata due volte: la prima, 50.000-60.000 anni fa quando i nomadi aborigeni hanno raggiunto le sue coste, e la seconda, tra il 18 e il 20 gennaio del 1788, quando arrivarono undici navi inglesi cariche di galeotti. |
Conosciute come «l’edificio più infestato dagli spiriti del centro di Sydney», le Hyde Park Barracks sono state costruite nel 1817 come stabilimento penale maschile, di proprietà dello Stato. Sono state aperte a metà del 1819, e il loro edificio centrale poteva contenere seicento uomini, che di giorno lavoravano e di notte alloggiavano in dodici stanze provviste di amache. (Nel 1848 sono state trasformate in un centro di raccolta per donne nubili, e nel 1887 sono diventate un complesso di uffici governativi. Oggi sono un museo che testimonia la loro origine).
Non si era mai parlato di fantasmi fino agli anni Cinquanta, quando un custode ha detto di aver visto «una figura con abiti da deportato che zoppicava in fondo al corridoio». Da quando l’edificio è diventato un museo, è stato al centro di numerose testimonianze di fenomeni paranormali, fornite dal personale di sicurezza e da altre persone che vi hanno trascorso la notte, tra cui degli scolari che vi si recano in gite organizzate per vivere «l’esperienza dei deportati».
A differenza della maggior parte dei luoghi “infestati dagli spiriti"dove degli scherzi dei fantasmi si parla solamente nelle storie che passano di bocca in bocca, nei racconti all’insegna del “si dice”, o negli aneddoti raccolti per gli obbligatori articoli di giornale di Halloween, le Hyde Park Barracks posseggono un archivio spiritico, che contiene i resoconti delle esperienze registrate poco dopo essersi verificate. Il direttore Michael Bogle le ha gentilmente messe a mia disposizione perché potessi studiarle nel suo ufficio.
Bogle ha una posizione professionalmente neutra riguardo i fantasmi, pur ammettendo di non aver mai fatto esperienza di simili apparizioni. Lo stesso vale per altri quattro dipendenti che ho intervistato una quinta dipendente ha descritto una serie di incidenti che ha attribuito a un fantasma, ma nessuno di questi ha avuto luogo presso le Hyde Park Barracks.
Nonostante la neutralità, l’invito che il museo rivolge ai visitatori che vi pernottano ad annotare «pensieri e sensazioni» sulla loro visita su un apposito spazio del depliant, finisce senza dubbio per incoraggiare strani pensieri. Il depliant dice, in un punto: «Nel caso di un incontro “inquietante” di qualche tipo, o anche per una semplice sensazione di una presenza inspiegabile, il museo apprezzerebbe la vostra descrizione, nel modo più dettagliato possibile». E continua: «La mappa dei piani allegata vi aiuterà nella vostra visita dell’edificio e vi permetterà di segnare nel punto appropriato possibili “eventi fuori dal normale”». Il luogo in cui si pernotta, al terzo piano, si chiama “dormi è sogna”. Ovviamente, l’esperienza è appositamente pensata per spingere a sognare e per provocare l’apparizione di personaggi del passato.
Non sorprende allora che diverse persone abbiano affermato di aver provato sensazioni inquietanti, nelle quali la suggestionabilità senza dubbio ha giocato un ruolo importante. Ad esempio, secondo un racconto pre-Halloween (dell’ 11 ottobre) del 1991, un guardiano «aveva sperato» che un collega «potesse mettersi in comunicazione con un fantasma» conosciuto «da tutte le persone addette alla sicurezza» e che solitamente si manifestava come «una sensazione che fa rabbrividire» al terzo piano.
Altri, hanno descritto dei sogni a occhi aperti, le tipiche esperienze di apparizioni che si verificano in stato di dormiveglia e che possono anche comportare una paralisi, ovvero un’incapacità di muoversi dovuta al fatto che il corpo è ancora intorpidito per il sonno. Ad esempio, una persona ha scritto di aver visto «un uomo in piedi accanto alla mia amaca che mi guardava» e che portava vestiti d’epoca. Il racconto di questa donna rivela che «aveva provato a immaginare quale fosse stata la vita dei forzati che vivevano qui», pensiero che aveva preparato il terreno a una simile esperienza. Un’altra donna, nel momento in cui si stava addormentando, ha sentito «una forte pressione sopra il corpo e la netta sensazione che qualcosa stesse tentando di immobilizzarla» — esperienza interamente ascrivibile a una paralisi del sonno.
A volte, i racconti suggeriscono l’idea che si tratti di scherzi, come nel caso di una ragazza appartenente a una comitiva di quarantasette scolari che ha sentito una lunga mano penetrare nel suo sacco a pelo e toccarle il fianco (si tratta forse dell’effetto di una fervida immaginazione, o di un altro sogno a occhi aperti?). In un’occasione, i passi di un bambino, uditi da due guardiani, sono stati dapprima attribuiti a uno dei ragazzini, ma sembra che, non essendo stata confermata questa ipotesi, l’incidente sia stato spiegato come un suono «probabilmente prodotto dal vento». Una persona aveva sentito alcuni colpetti che il personale ha in seguito attribuito a un fenomeno meccanico.
Questo tipo di incidenti sembra essere tipico delle Hyde Park Barracks, così come di altri luoghi presumibilmente infestati dagli spiriti. Ad esempio, si dice che la vecchia prigione di Melbourne sia un luogo abitato da molti «spiriti inquieti, fantasmi di criminali che hanno sofferto e sono morti qui». Certamente si tratta di una vera e propria mostra sulla vita carceraria del xix secolo, con esibizioni di attrezzi di contenzione e di punizione, e vari mementi mori. Degli esempi sono la maschera della morte, la pistola, e l’armatura fatta in casa del famigerato bushranger (lett. “bandito di strada”) Ned Kelly (la cui armatura è stata efficace finché non fu ferito al ginocchio da un colpo di pistola).
C’è anche il patibolo sul quale Kelly è stato poi impiccato, e la scritta con la sua frase ironica «Così è la vita». In breve, la prigione è uno di quei luoghi che, se non è infestato da fantasmi, certamente dovrebbe esserlo. Un depliant pubblicitario promette: «Scopri l’atmosfera misteriosa e inquietante della prigione e, ascoltando con attenzione, potrai quasi sentire il suono delle catene dei prigionieri».
Tuttavia, vere e proprie prove di fenomeni spiritici sul posto sono scarse, nonostante una discutibile foto di un “fantasma” mostrata di malavoglia da una dipendente del negozio di souvenir, quando è stato messo in discussione il fatto che il luogo fosse infestato dagli spiriti. Ha ammesso che alcune persone in quel luogo avevano avvertito delle «sensazioni», ma ha sottolineato che lavorava lì da dieci anni e non aveva mai avuto nessuna esperienza paranormale. Scherzando, ha fatto notare che lavorava solo un giorno alla settimana, e che forse «i fantasmi hanno il martedì libero».
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