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I molti significati platonici della filosofia
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I molti significati platonici della filosofia
Con Platone il termine filosofia ha raggiunto una tale vastità di significati che, secondo una celebre massima, in seguito la storia del pensiero non avrebbe fatto altro che svilupparne gli esiti.[44] Essa assume cioè il senso di:
sapere universale
teoria e pratica politica
prevalenza dell'intelletto sulla conoscenza sensibile
scienza dei principi primi
spirito critico applicato alle scienze particolari
Questa classificazione della filosofia nei suoi vari significati condizionerà tutta la tradizione filosofica occidentale, almeno fino alle riflessioni filosofiche di Locke e Kant e alla filosofia contemporanea, che metterà in discussione i presupposti e la possibilità stessa, della filosofia.
A differenza di altri (come Aristotele), Platone non è un pensatore sistematico. I vari significati della filosofia sopra indicati appaiono e scompaiono in relazione alle fasi successive del suo pensiero. Si deve inoltre tenere presente che il senso della filosofia e quello dei suoi oggetti deve, per Platone, essere inseribile in un quadro cosmologico generale perfetto ed armonico, su base matematico-geometrica.
Per quanto egli ammetta il divenire come una forma incipiente di "essere" (a differenza di Parmenide, che lo vedeva come non-essere), esso, in quanto imperfetto e passibile di disordine, esiste soltanto come evento variabile e mutevole che precede l'avvento della perfezione e dell'ordine di un "essere" che è anche "verità".
Con queste premesse, la realtà platonica è totalmente avulsa dalla realtà concreta dell'uomo comune. Il primato dell'idealità non è quindi solo gnoseologico, ma ontologico. Uno dei più importanti dialoghi della maturità, il Timeo, è molto significativo a questo proposito e, non a caso, è stato il testo base per tutta la cosmologia mistica medioevale. È un inno alla perfezione "geometrica" di un cosmo che non è solo ideale ma del tutto reale, dove è riecheggiato Pitagora e la sua visione del mondo basata sui numeri.
L'ontologia platonica riguarda quindi un Essere generale (governato dall'anima del mondo), che ha il suo fondamento nell'elemento etico (il bene), in quello estetico (la bellezza) e in quello gnoseologico (la verità). Sono infatti essi che si coniugano come fondanti, lo qualificano e lo definiscono. La "materia" (la fisicità) è quindi elemento del tutto irrilevante per Platone, in quanto, non possedendo "verità" non può essere posto come oggetto della vera filosofia.
sapere universale
teoria e pratica politica
prevalenza dell'intelletto sulla conoscenza sensibile
scienza dei principi primi
spirito critico applicato alle scienze particolari
Questa classificazione della filosofia nei suoi vari significati condizionerà tutta la tradizione filosofica occidentale, almeno fino alle riflessioni filosofiche di Locke e Kant e alla filosofia contemporanea, che metterà in discussione i presupposti e la possibilità stessa, della filosofia.
A differenza di altri (come Aristotele), Platone non è un pensatore sistematico. I vari significati della filosofia sopra indicati appaiono e scompaiono in relazione alle fasi successive del suo pensiero. Si deve inoltre tenere presente che il senso della filosofia e quello dei suoi oggetti deve, per Platone, essere inseribile in un quadro cosmologico generale perfetto ed armonico, su base matematico-geometrica.
Per quanto egli ammetta il divenire come una forma incipiente di "essere" (a differenza di Parmenide, che lo vedeva come non-essere), esso, in quanto imperfetto e passibile di disordine, esiste soltanto come evento variabile e mutevole che precede l'avvento della perfezione e dell'ordine di un "essere" che è anche "verità".
Con queste premesse, la realtà platonica è totalmente avulsa dalla realtà concreta dell'uomo comune. Il primato dell'idealità non è quindi solo gnoseologico, ma ontologico. Uno dei più importanti dialoghi della maturità, il Timeo, è molto significativo a questo proposito e, non a caso, è stato il testo base per tutta la cosmologia mistica medioevale. È un inno alla perfezione "geometrica" di un cosmo che non è solo ideale ma del tutto reale, dove è riecheggiato Pitagora e la sua visione del mondo basata sui numeri.
L'ontologia platonica riguarda quindi un Essere generale (governato dall'anima del mondo), che ha il suo fondamento nell'elemento etico (il bene), in quello estetico (la bellezza) e in quello gnoseologico (la verità). Sono infatti essi che si coniugano come fondanti, lo qualificano e lo definiscono. La "materia" (la fisicità) è quindi elemento del tutto irrilevante per Platone, in quanto, non possedendo "verità" non può essere posto come oggetto della vera filosofia.
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