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Ranavalona, "La sanguinaria regina del Madagascar
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Ranavalona, "La sanguinaria regina del Madagascar
Più famosa come Maria “La Sanguinaria” o “Bloody Mary”, la storia l’ha sempre annoverata tra i “Grandi vituperati”, rendendola protagonista di una leggenda nera che la eclissa di fronte alla sorellastra Elisabetta I, figlia dell’odiata cortegiana-amante del padre Anna Bolena e dalla gloria immortale. Vanta un albero genealogico impressionante, figlia del re tanto caro a Shakespeare, Enrico VIII, e Caterina d’Aragona. Nipote di Isabella di Castiglia e Fernando d’Aragona, i Re Cattolici. Cugina dell’imperatore dal regno sempre illuminato, Carlo V d’Asburgo e moglie del figlio Filippo II.
La sua figura è stata sempre marginale rispetto ai veri protagonisti dell’epoca, e poco valorizzata da storici e drammaturghi, ma in realtà degna di attenzione, soprattutto se si riflette sul binomio donne e potere, il rapporto eternamente in guerra indagato a fondo dalla biografa Carolly Erickson, che per l’appunto le dedica l’opera “Maria la Sanguinaria. Miserie e grandezza alla corte dei Tudor“.
Maria I Tudor viene solitamente ricordata per il tentativo di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra dopo la Riforma luterana. Le repressioni, per le quali si è cristallizzato l’appellativo di “Sanguirania”, sotto i suoi cinque anni di regno (dal 1553 al 1558) sono incontestabili, nessuna fantasia. Le centinaia e centinaia di protestanti, impiccati alle porte di Londra, arsi vivi, sgozzati, sono stati vittime necessarie di un tempo in cui i nemici dell’autentico Dio erano i nemici della sovrana che in terra ne era la rappresentante. Politica e religione inestricabili in eterno, e inenarrabili produttori di sangue. Ma la storia non può essere giudicata con un parametro moralistico, perché altrimenti ben pochi verrebbero assolti.
Tra la sontuosità delle corti del Cinquecento, la vita nei palazzi principeschi, le solenni cerimonie, gli scandali di amanti e figli illegittimi, le mani di eredi sporche di sangue innocente, Maria Tudor è stata una donna costretta a sfidare il suo tempo: nelle millenarie e incrollabili convinzioni che relegavano le donne oltre i margini dell’autorità, non solo politica, e nelle nuove dispute e conflitti sanguinosi determinati dalla crisi della cristianità in tempi cupi e feroci, tra l’era luterana, il sacco di Roma, le eresie di Zwingli e Calvino. I primi tempi del suo regno sono stati caratterizzati da una tendenza alla moderazione, che contrastava con il clima persecutorio di numerosi vescovi suoi collaboratori. Si scopre così un personaggio inedito, tormentato dal conflitto di coscienza tra intima adesione alla fede cattolica e doveri dinastici.
Da sempre in lotta per affermare qualcosa che non le è stato e forse non le verrà mai riconosciuto, Maria è stata divisa tra l’amore incrollabile per la madre e la devozione e riverenza per il padre; combattuta dal fratello Edoardo che, manipolato, tentò di escluderla dalla legittima successione al trono, appoggiata dal popolo e dalla maggior parte dei politici del Paese ha rivendicato i suoi diritti di sovrana. E’ salita al trono per propria determinazione contro tutte le maligne aspettative contrarie.
All’età di 37 anni ha sposato innamorata Filippo re di Spagna, un uomo che guardava solo alla nascita di un erede cattolico mai nato, per assumere il controllo del governo, e che delle qualità politiche della moglie non fu né convinto né rispettoso. Pochi hanno creduto il lei. Molti erano sicuri che lei non fosse capace di prendere anche una sola decisione, e che venisse corrotta dai consiglieri imperiali. Alle pressioni psicologiche e alle minacce di morte, Bloody Mary ha saputo resistere con coraggio, caparbietà, fino ad adattarsi dissimulatamene alle volontà monarchiche ed imparare a trovare una propria dimensione.
Fuori da ogni altra idea comune, Maria era colta. Parlava latino, francese, spagnolo e anche italiano. Eccezionale per una donna del ‘500, allo stesso tempo quasi vergognoso per la considerazione del sesso femminile riguardo precisi temi. Aveva un buon bagaglio di nozioni teologiche, storiche e letterarie. Seppure priva di esperienza politica attiva (dati i tempi), il suo carattere molto freddo, distaccato, animoso, a tratti crudele e spietato quando è stato necessario, la sua naturale attitudine a quello che era il suo ruolo, hanno messo in luce un’intelligenza e una figura di donna atipica, sfortunata probabilmente perché figlia dei suoi tempi. Ma come è noto a tutti, la storia non si fa con i se e con i ma.
L’ultima illusione per la regina sanguinaria, quasi come fosse intervenuta la legge del contrappasso, è arrivata proprio negli ultimi istanti irriverenti della sua vita. Ingrossamento del ventre e scomparsa delle mestruazioni. Convinta di essere incinta del tanto sospirato erede, trascorse mesi portando in grembo solo un falso sogno. Il tempo dimostrò che nessun figlio sarebbe nato, e che da li a poco una regina sarebbe scomparsa.
La sua figura è stata sempre marginale rispetto ai veri protagonisti dell’epoca, e poco valorizzata da storici e drammaturghi, ma in realtà degna di attenzione, soprattutto se si riflette sul binomio donne e potere, il rapporto eternamente in guerra indagato a fondo dalla biografa Carolly Erickson, che per l’appunto le dedica l’opera “Maria la Sanguinaria. Miserie e grandezza alla corte dei Tudor“.
Maria I Tudor viene solitamente ricordata per il tentativo di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra dopo la Riforma luterana. Le repressioni, per le quali si è cristallizzato l’appellativo di “Sanguirania”, sotto i suoi cinque anni di regno (dal 1553 al 1558) sono incontestabili, nessuna fantasia. Le centinaia e centinaia di protestanti, impiccati alle porte di Londra, arsi vivi, sgozzati, sono stati vittime necessarie di un tempo in cui i nemici dell’autentico Dio erano i nemici della sovrana che in terra ne era la rappresentante. Politica e religione inestricabili in eterno, e inenarrabili produttori di sangue. Ma la storia non può essere giudicata con un parametro moralistico, perché altrimenti ben pochi verrebbero assolti.
Tra la sontuosità delle corti del Cinquecento, la vita nei palazzi principeschi, le solenni cerimonie, gli scandali di amanti e figli illegittimi, le mani di eredi sporche di sangue innocente, Maria Tudor è stata una donna costretta a sfidare il suo tempo: nelle millenarie e incrollabili convinzioni che relegavano le donne oltre i margini dell’autorità, non solo politica, e nelle nuove dispute e conflitti sanguinosi determinati dalla crisi della cristianità in tempi cupi e feroci, tra l’era luterana, il sacco di Roma, le eresie di Zwingli e Calvino. I primi tempi del suo regno sono stati caratterizzati da una tendenza alla moderazione, che contrastava con il clima persecutorio di numerosi vescovi suoi collaboratori. Si scopre così un personaggio inedito, tormentato dal conflitto di coscienza tra intima adesione alla fede cattolica e doveri dinastici.
Da sempre in lotta per affermare qualcosa che non le è stato e forse non le verrà mai riconosciuto, Maria è stata divisa tra l’amore incrollabile per la madre e la devozione e riverenza per il padre; combattuta dal fratello Edoardo che, manipolato, tentò di escluderla dalla legittima successione al trono, appoggiata dal popolo e dalla maggior parte dei politici del Paese ha rivendicato i suoi diritti di sovrana. E’ salita al trono per propria determinazione contro tutte le maligne aspettative contrarie.
All’età di 37 anni ha sposato innamorata Filippo re di Spagna, un uomo che guardava solo alla nascita di un erede cattolico mai nato, per assumere il controllo del governo, e che delle qualità politiche della moglie non fu né convinto né rispettoso. Pochi hanno creduto il lei. Molti erano sicuri che lei non fosse capace di prendere anche una sola decisione, e che venisse corrotta dai consiglieri imperiali. Alle pressioni psicologiche e alle minacce di morte, Bloody Mary ha saputo resistere con coraggio, caparbietà, fino ad adattarsi dissimulatamene alle volontà monarchiche ed imparare a trovare una propria dimensione.
Fuori da ogni altra idea comune, Maria era colta. Parlava latino, francese, spagnolo e anche italiano. Eccezionale per una donna del ‘500, allo stesso tempo quasi vergognoso per la considerazione del sesso femminile riguardo precisi temi. Aveva un buon bagaglio di nozioni teologiche, storiche e letterarie. Seppure priva di esperienza politica attiva (dati i tempi), il suo carattere molto freddo, distaccato, animoso, a tratti crudele e spietato quando è stato necessario, la sua naturale attitudine a quello che era il suo ruolo, hanno messo in luce un’intelligenza e una figura di donna atipica, sfortunata probabilmente perché figlia dei suoi tempi. Ma come è noto a tutti, la storia non si fa con i se e con i ma.
L’ultima illusione per la regina sanguinaria, quasi come fosse intervenuta la legge del contrappasso, è arrivata proprio negli ultimi istanti irriverenti della sua vita. Ingrossamento del ventre e scomparsa delle mestruazioni. Convinta di essere incinta del tanto sospirato erede, trascorse mesi portando in grembo solo un falso sogno. Il tempo dimostrò che nessun figlio sarebbe nato, e che da li a poco una regina sarebbe scomparsa.
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