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Le Ali

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Messaggio Da Angelodiluce Lun Lug 26, 2010 2:14 pm

Non contraddistinguono soltanto gli angeli del mondo cristiano ma anche le creature demoniache, i geni, le fate e i silfi, caratteristici delle culture del mondo antico. Questa parziale adozione dell’aspetto di un uccello esprime l’appartenenza alla sfera del cielo, il sollevarsi con la leggerezza delle piume al di sopra del mondo dell’uomo. Dal punto di vista della simbolica, questo attributo deve non tanto erigere una figura "capace di volare" in senso fisico, quanto piuttosto rivalutare la corporeità attraverso il segno del sapersi sollevare dal peso di questa vita. L’immaginazione ha abbondantemente rivestito di ali soprattutto i Cherubini, che compongono la più alta schiera angelica. Ezechiele li descrive con quattro facce e quattro ali (tetrapteryx), accanto a ruote ricoperte di occhi-stelle con cui essi formano il carro vivente sul quale è posto il trono di Dio. Nell’Apocalisse di Giovanni li si descrive come esseri con sei ali, mentre nei testi medievali il numero delle ali varia.

Anche le personificazioni antiche sono spesso alate, come per esempio Chronos e la dea della vittoria Nike (lat. Victoria), oppure la dea della fuggevole fortuna. Nell’arte medievale della Chiesa Orientale, Giovanni Battista, il precursore di Cristo, viene raffigurato con le ali; in Occidente invece è il "Doctor angelicus", cioè Tommaso d’Aquino, e più di rado san Vincenzo Ferrer per il suo angelico amore del prossimo. Ai diavoli non vengono concesse le leggere ali dell’uccello ma le coriacee ali del pipistrello. Spesso il romanticismo attribuisce a esseri sul tipo degli elfi le ali delle libellule e delle farfalle..
A proposito del piumaggio che riveste le ali si dice nel Fedro di Platone (427-347 a.C.) che esso possiede la forza di "trarre verso l’alto le cose pesanti, sollevandole fin dove la stirpe degli dei ha la propria dimora. Esso partecipa inoltre largamente della corporeità del divino".
Per questa caratteristica di conferire la capacità di volare, la piuma è fortemente rispettata nell’antico Egitto come simbolo di Maat, dea della giustizia e dell’ordinamento universale rigorosamente conforme a leggi. Maat porta sulla testa una singola piuma di struzzo, che durante il giudizio dei morti viene usata per controbilanciare il peso del cuore del defunto. Questi si salva soltanto quando il cuore, su cui graverebbe la colpa, pesa meno della piuma posta da Maat sull’altro piatto della bilancia. Se il defunto deve passare nel regno di Osiride il cuore dev’essere maati (cioè giusto nel senso di Maat).
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