Cerca
Argomenti simili
Migliori postatori
Angelodiluce | ||||
james21 | ||||
kun21 | ||||
raffaeled3 | ||||
Lia | ||||
stellina | ||||
ladyfedy | ||||
jennyfer | ||||
Valentina | ||||
Claudio |
Statistiche
Abbiamo 41 membri registratiL'ultimo utente registrato è Robilsnali
I nostri utenti hanno pubblicato un totale di 737 messaggi in 721 argomenti
traduttore
Gli elementali
Pagina 1 di 1
Gli elementali
Nel XVI° secolo, Paracelso scrisse diffusamente sugli spiriti chiamati "elementali". Sono spiriti della natura associati ai quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco. Gli elementali dell'aria sono chiamati silfidi, quelli dell'acqua sono le ninfe, quelli della terra gli gnomi e quelli del fuoco sono chiamati salamandre. Questi quattro tipi di spiriti sono fatti di carne e sangue come gli esseri umani, ma non hanno anima e possono muoversi velocemente come i "puri spiriti". Per ciò che riguarda la natura fisica degli spiriti elementali, ci si riferisce alle tradizioni nordiche e medioevali, dove si credeva che i Trols, le fate, gli gnomi, i folletti ecc. non fossero di materiale eterico, ma come gli esseri umani possedessero un corpo fisico, fatto di carne e sangue infatti, nel medioevo, quando l'umanità conservava ancora un contatto molto stretto con i mondi invisibili e viveva a stretto contatto con la natura, queste creature, erano viste come piccoli esseri reali, proprio come se fossero di carne e sangue, le fiabe delle fate e degli gnomi, per noi si riferiscono a esseri fantastici, ma in quel periodo no, era normale incontrarli e crederli con un corpo materiale come il nostro, soltanto con fattezze diverse e senza un'anima, che era posseduta soltanto dal genere umano, tant'è che si credeva, che gli gnomi scomparissero all'improvviso dalla vista dell'uomo per paura o timidezza. Si pensa, che per descrivere gli elementali, Paracelso si sia servito delle leggende e superstizioni di molti paesi. In passato si credeva molto di più agli elementali. Si pensava, infatti, che tutto ciò che era stato creato - alberi, fiori, fiumi, campi, colline, nuvole - avesse uno spirito. Questa credenza era chiamata animismo, dalla parola latina anima, che significa appunto "vita ", "soffio vitale", "spirito". Gli Indiani del nord dell’America sono animisti: credono che gli animali e tutto ciò che c'è in natura, abbia un'anima o uno spirito, come quello delle persone.
Le creature fatate
Le creature fatate o "fate", vivono dappertutto, anche nelle case. I loro nomi e caratteristiche variano da paese a paese, ma sono di solito maligne ed a volte pericolose per le persone. Una volta erano popolari in tutta Europa; oggi si crede alla loro esistenza solo qua e là: in Gran Bretagna, in Irlanda, in Scandinavia e Islanda. I folletti benigni, sono spiriti domestici che vivono nelle famiglie e che spazzano e puliscono di notte, in cambio di piccoli doni in cibo o in denaro; gli gnomi irlandesi invece, sono minuscoli calzolai che hanno ammassato enormi quantità d'oro, agognate dai mortali. Alcune creature fatate si prendono cura delle piante, dei raccolti e degli animali e sono simili agli elementali. Altre sono terribilmente malvagie, come i berretti rossi scozzesi: si racconta che i loro berretti siano intinti nel sangue dei viandanti da loro assassinati. Altri spiriti malvagi appaiono sotto forma di belle donne, che poi succhiano il sangue degli uomini che danzano con loro. Gli spiriti maligni delle acque prendono forma di cavallo e attirano nell'acqua gli incauti che sono montati sulla loro groppa, per poi divorarli. L'altezza delle creature fatate varia da 15 a 250 cm. Alcune sono belle, altre rugose e deformi. Come gli esseri umani, hanno bisogno di mangiare, bere e dormire. Nessuno sa di sicuro che cosa siano. Alcuni pensano che siano i fantasmi dei morti o dei demoni; altri le ritengono una via di mezzo tra gli esseri umani e gli angeli. In passato anche l'attività dei Poltergeist è stata attribuita alle creature fatate ed è così, che sarebbero nate le leggende che le riguardano.
Gli spiriti dei quattro elementi - aria, acqua, fuoco, terra - gli spiriti della natura e qualche volta,
i fantasmi creati dal pensiero.
La differenza della classificazione degli Elementi nelle tradizioni Orientali ed in quelle Occidentali.
i fantasmi creati dal pensiero.
La differenza della classificazione degli Elementi nelle tradizioni Orientali ed in quelle Occidentali.
Brevemente, nel primo caso, essi sono cinque e non è contemplato l'Elemento Spirituale o Divino.
Troviamo dunque il Fuoco, la Terra, l'Acqua, il Legno ed il Metallo.
Nelle credenze orientali poi, c' è una serie di sottoelementi come il Fulmine, che noi occidentali, non consideriamo.
Nelle credenze orientali poi, c' è una serie di sottoelementi come il Fulmine, che noi occidentali, non consideriamo.
Cinque per i giapponesi è il numero sacro, esso fa riferimento a cinque pianeti ad altrettante direzioni cardinali ed alle stagioni.
Le teorie occidentali invece, variano e chiamano in causa anche l'Elemento Aria e Akasha (che viene anche spesso chiamato Spirito).
Tutti questi, sono strettamente legati a caratteristiche e rappresentazioni, che l'uomo nella sua storia, ha via via attribuito loro.
L'Elemento Terra è associata alla direzione del Nord.
Essa ci riporta alla figura del grembo materno, alla nascita ed infine alla morte, la Natura, dal quale tutto ha origine e verso la quale tutto fa ritorno.
Gli spiriti elementali della Terra sono gli Gnomi, essi presiedono i sotterranei troni terrestri e sono i custodi dei segreti primordiali e dei tesori nascosti.
Questi piccoli esseri, di cui abbiamo notizie da tempo immemore e che ritroviamo in tutte le fiabe e racconti fantastici, vengono raffigurati come uomini di piccole dimensioni, spesso tozzi e poco aggraziati, che trascorrono la vita ad estrarre minerali e ricchezze dalle oscure caverne sotterranee.
Gli spiriti elementali della Terra sono gli Gnomi, essi presiedono i sotterranei troni terrestri e sono i custodi dei segreti primordiali e dei tesori nascosti.
Questi piccoli esseri, di cui abbiamo notizie da tempo immemore e che ritroviamo in tutte le fiabe e racconti fantastici, vengono raffigurati come uomini di piccole dimensioni, spesso tozzi e poco aggraziati, che trascorrono la vita ad estrarre minerali e ricchezze dalle oscure caverne sotterranee.
Sono parenti stretti dei nani e molto spesso queste due figure, vengono confuse, a causa delle molte caratteristiche comuni.
La Terra governa tutto ciò che fa parte della sfera materiale, la concretezza e la stabilità.
Il suo potere, può essere chiamato a noi per ogni faccenda che riguardi favori nel campo materiale, quali il denaro, il lavoro o trovare oggetti che sono andati perduti.
I colori di quest’elemento sono il marrone, il nero ed il verde e gli strumenti che gli sono correlati sono il pentacolo, il teschio ed il sale.
I colori di quest’elemento sono il marrone, il nero ed il verde e gli strumenti che gli sono correlati sono il pentacolo, il teschio ed il sale.
L'Aria, che corrisponde alla direzione dell'Est, è l'elemento della libertà e dell'intelligenza, dell'intelletto e della creatività.
Solitamente associato all'aria è il dio Mercurio, egli è il messaggero degli dei che con i suoi calzari alati, recapitava le notizie all'Olimpo.
Oltre a svolgere questa funzione, Mercurio divenne anche il protettore dei viaggi, degli studi, del lavoro e dei guadagni.
Ecco dunque come possiamo facilmente ricondurlo all'Aria.
Gli Spiriti Elementali che tradizionalmente sono legati a questo elemento, sono le Silfidi.
Descritte come figure femminili bellissime ed evanescenti, sono dotate di ali e possono essere considerate lontane parenti delle fate.
Esse stanno a protezione della Torre nella direzione Est.
Il modo di chiamare le direzioni "Torri" lo troviamo principalmente in magia e non è altro che un modo per rappresentare la direzione.
Gli strumenti legati all’Est e all'Aria sono i brucia-essenze, i porta-incensi, i profumi e la spada.
Il colore caratteristico è il giallo o l'azzurro chiaro e per chiamare a voi questo potere, potete operare in spazi aperti arieggiati, magari in un campo sotto un cielo sereno.
Il Fuoco è l'elemento del coraggio e della passione per eccellenza.
Esso ci riscalda, ci dà forza e impeto e queste, sono proprio le sue caratteristiche principali.
Febo Apollo, figura maschile che rispecchia in se molte delle rappresentazioni del Dio, porta sul suo carro ogni mattina il Sole, che illumina e riscalda.
Gli spiriti Elementali legati all’Elemento Fuoco, sono le Salamandre e tutti i componenti della famiglia dei rettili.
Gli spiriti Elementali legati all’Elemento Fuoco, sono le Salamandre e tutti i componenti della famiglia dei rettili.
Spesso rappresentate come lucertole infuocate o come figure femminili che si agitano tra le fiamme, esse custodiscono i poteri della direzione del Sud.
Possiamo rivolgerci a loro per tutte le questioni emotive, nelle quali abbiamo bisogno di una forte carica di passione e determinazione.
Possiamo rivolgerci a loro per tutte le questioni emotive, nelle quali abbiamo bisogno di una forte carica di passione e determinazione.
Il fuoco è anche spesso usato però, nei rituali di distruzione o di odio: buttare tra le fiamme un simulacro o anche solo una foto del nostro nemico, è uno dei gesti più usati nella stregoneria a fini malvagi.
Il suo colore è il rosso e gli strumenti collegati sono il coltello della strega ed il braciere.
L'Acqua, associata alla direzione Ovest, è la custode dei sentimenti profondi, degli amori, delle sensazioni più intime e dei misteri occulti.
Da sempre il mare ed i fiumi, sono stati le dimore di splendide creature come le Sirene, ma gli spiriti elementali a cui è associata l'Acqua sono le Ondine.
Misteriosi e onirici esseri dall'aspetto aggraziato e femminile, come le sirene tentavano l'uomo per poi lasciarlo cadere in rovinosi naufragi.
Questo aspetto ambivalente dell'acqua ci fa capire come mutevole e insidioso possa essere.
L'Acqua rappresenta l'utero materno e il concepimento della nuova vita.
Molti sono i miti collegati a questa figura:
L'uovo di Ganesh nella tradizione orientale e in quella Nordica, il calderone magico di Cherridween (antica città celtica) dove erano immersi i corpi dei guerrieri morti per ritornare in vita.
La stessa Venere, spesso si manifestava all'uomo, emergendo dalle acque profonde.
In genere s’invoca questo potere, quando si necessita di cambiamento, di rinnovarsi, o per le operazioni d'amore e di concentrazione.
In genere s’invoca questo potere, quando si necessita di cambiamento, di rinnovarsi, o per le operazioni d'amore e di concentrazione.
Gli strumenti magici in relazione, sono il Calderone, che poi per comodità è stato sostituito dal Calice e la sfera di cristallo.
COS'E' UNA FATA
Il termine Fata deriva dal plurale latino di fatum che significa destino. Le fate sono esseri soprannaturali, protagoniste di vicende fantastiche, la cui caratteristica è quella di avere un aspetto umano accompagnato da poteri sovraumani magici come l'invisibilità, la possibilità di assumere aspetti diversi, di predire il futuro, di aiutare gli innocenti e di riparare ai torti. Oltre all'aspetto, le fate, possono avere anche l'indole simile a quella degli uomini; possono, infatti, essere maligne e vendicative.
LE ORIGINI
Alcuni sostengono che le fate siano angeli caduti dal cielo, altri suggeriscono che sono le anime dei bambini non battezzati. Ogni tradizione ha stabilito un’origine particolare ed ha attribuito a queste entità, frutto delle credenze popolari, un nome ed un potere particolare. La certezza che abbiamo, è che il mondo delle fate è antichissimo ed è esistito sotto forme varie in molte parti del mondo.
Queste creature sono accompagnate da una serie d’altri esseri dai poteri soprannaturali (elfi, folletti...), che con loro, vivono in un limbo di mistero. Il Regno delle fate è sfuggente agli occhi (ma non per questo invisibile), a volte è sopra la linea dell'orizzonte, altre sotto i nostri piedi; può svelarsi senza preavviso in qualunque luogo e sparire con la stessa rapidità. In genere sono i puri di cuore o i bambini a scorgerlo con maggiore facilità. Secondo la credenza più diffusa, le fate sono soprannaturali ma non immortali; c'è un modo però per salvarle dalla fine, credendo in loro e battendo le mani per dimostrarlo.
Molte delle favole o dei racconti popolari che noi conosciamo, parlano o anche semplicemente citano, le fate: celebri sono Campanellino di Peter Pan e la Fata Turchina di Pinocchio.
Molte delle favole o dei racconti popolari che noi conosciamo, parlano o anche semplicemente citano, le fate: celebri sono Campanellino di Peter Pan e la Fata Turchina di Pinocchio.
Può succedere, che uno splendido cervo dalle corna d'oro si faccia inseguire a lungo da un cacciatore, che si troverà nel bosco e vedrà apparire una dama bellissima. Altre volte, invece, sarà un uccello tutto bianco, oppure una farfalla o addirittura un magnifico unicorno ad attirare un uomo o una ragazza verso la signora della foresta che vuole incontrarli.
Servitori ed amici delle fate gli animali hanno con loro un legame profondo:
non per niente molte di loro a volte, sono costrette in certi mesi dell'anno a trasformarsi in bestie.
non per niente molte di loro a volte, sono costrette in certi mesi dell'anno a trasformarsi in bestie.
E quando diventano topi, serpi, rospi, cerbiatte, pesci, lucertole, perdono i loro consueti poteri correndo gli stessi rischi di un animale autentico.
Gli uomini che le salvano da queste trappole, dai fucili oppure dal morso di una volpe, guadagnano la loro eterna gratitudine e grandi ricompense.
Un’antica leggenda afferma, che alcune Fate usano trasformarsi in animali grazie ad un abito fatto con le piume o della pelliccia della bestia prescelta, quando poi si spogliano della veste magica, riprendono il loro aspetto normale.
Gli uomini che le salvano da queste trappole, dai fucili oppure dal morso di una volpe, guadagnano la loro eterna gratitudine e grandi ricompense.
Un’antica leggenda afferma, che alcune Fate usano trasformarsi in animali grazie ad un abito fatto con le piume o della pelliccia della bestia prescelta, quando poi si spogliano della veste magica, riprendono il loro aspetto normale.
Il mondo del fantastico, non sapendo mai esattamente dove finisce e dove comincia, è sorprendentemente ricco di Fate, gnomi, Folletti ed altre Entità Fatate, oltre a molti esseri, simili agli animali che, per via della loro forma o della loro dimensione o per gli atteggiamenti che assumono, oppure ancora per il ruolo che rivestono in storie e leggende, possono essere definiti "Animali Fatati". Tra tutti gli animali fatati, la figura del gatto assume un eco particolare nel corso della storia.
Gli egizi raffiguravano una loro dea con sembianze feline, onoravano e idolatravano questo animale. Ben presto il periodo di gloria dei gatti fu destinato a tramontare ed i loro occhi, dove un tempo era visto il riflesso dello sguardo degli dei, furono temuti come se fosse l'espressione stessa del demonio deificato o perseguitato, idolatrato o massacrato, esso non ha mai suscitato indifferenza. Forse è per questo motivo che viene definito l'animale più misterioso tra tutti, è come se fosse un ponte, una sorta di anello di congiunzione tra la nostra dimensione e la dimensione del fato, chi possiede uno di questi animali mi può capire......
Sui gatti c'è una bellissima leggenda lombarda, che narra di una fanciulla che ricevette meravigliose informazioni sul mondo delle Fate, dormendo una notte accanto ad una vecchia e saggia gatta. La stessa gatta le apparve in sogno, annunciandole che il suo compito sulla terra stava per finire e che presto, sarebbe tornata nel regno delle Fate da cui proveniva, le affermò che le Fate che s’incarnano in corpi umani, quando hanno imparato a non essere niente, nel senso di non avere più bisogni, passioni o desideri, in realtà hanno imparato ad essere tutto e quindi, diviene per loro possibile tornare a casa, nel mondo gioioso e fatato dal quale sono partite, per vivere l'avventura "umana". Le disse anche, che tre erano le cose assolutamente necessarie per compiere il destino a loro riservato e che queste tre cose, erano la forza, la tenacia e la giustizia. La gatta ripeté numerose volte queste tre parole e poi svanì.
Fate ed elementi sono da sempre in simbiosi, la natura stessa delle fate, deriva dagli elementi da cui traggono le proprie facoltà e le caratteristiche del carattere.
Ecco quindi per ognuno dei quattro elementi (Aria acqua terra e fuoco) le principali caratteristiche di queste affascinanti creature.
La Fata del Fuoco
Considerato sin dai primordi della civiltà umana, il fuoco è stato oggetto di culto, a cui erano attribuite proprietà magiche. Il fuoco è un elemento naturale a cui sono associati fenomeni fatati. Durante i riti magici, negli equinozi e nei solstizi, venivano accesi dei focolari nei boschi e li si ballava intorno al fuoco. Le Fate dello spirito del fuoco sono mutevoli di natura e possono diventare veramente ostili, quando sono offese. Abitano dentro ad un fuoco, una scintilla, un lampo, anche nell'elettricità statica dei vestiti. Se sei uno dei fortunati ad averla in casa, ricordati di trattarla bene e mostrarle gratitudine. Le più forti ed energetiche creature di tutti e quattro gli elementi, sono senz'altro le FIAMMELLE, appartenenti, naturalmente, agli spiriti del fuoco. Senza di loro, il fuoco non potrebbe esistere, infatti, è il loro intervento che da origine a quella piccola scintilla che diventerà poi il fuoco. Il loro aiuto può essere richiesto, ma attenzione, potrebbe essere maldestro, perché anche la Fiammella più leggera può dare origine ad un fuoco tremendo, fuori dal suo controllo, specialmente perché esse non comprendono, quasi totalmente il risultato delle loro azioni . Si presentano come delle scintille o delle piccole palle di fuoco, sono anche in grado di cambiare le loro dimensioni a piacimento. Si possono, in natura, trovare anche sotto forma di lucertola, dove rimangono inerti vicino alle fonti di calore.
L'Angelo guardiano è MICHELE. I segni appartenenti a quest’elemento sono l'ARIETE, il LEONE ed il SAGITTARIO. Le Fate del Fuoco sono creature particolari: esse vivono nei pressi di fonti di calore, dalla tenue luce di una candela sino al più attivo dei vulcani. Queste fate si manifestano attraverso la LUCE. Sono dette, infatti, FATE SPLENDENTI. Esse proteggono le passioni, gli amori intensi e la voglia di vivere.
L'Angelo guardiano è MICHELE. I segni appartenenti a quest’elemento sono l'ARIETE, il LEONE ed il SAGITTARIO. Le Fate del Fuoco sono creature particolari: esse vivono nei pressi di fonti di calore, dalla tenue luce di una candela sino al più attivo dei vulcani. Queste fate si manifestano attraverso la LUCE. Sono dette, infatti, FATE SPLENDENTI. Esse proteggono le passioni, gli amori intensi e la voglia di vivere.
La Fata dell'Acqua
L'acqua, elemento di rigenerazione e purificazione, è alla base di moltissimi miti che la vedono quale protagonista dell'origine della vita. Per le popolazioni nordiche ad esempio, l'acqua contenuta nel ghiaccio primordiale, si sciolse grazie al vento caldo del sud, gocciolò e diede origine al primo essere vivente, il gigante Ymir. Nei miti babilonesi, all'inizio di tutto esisteva solo la distesa delle acque primordiali; da questa distesa si separarono due principi, l'uno rappresentante le acque dolci su cui poggiava la terra, l’altro le acque salate e quindi il mare, da cui uscirono tutte le creature. In molte altre tradizioni l'acqua rappresenta il caos primordiale da cui emergono le terre e da cui ha origine la vita. La stessa Afrodite, dea dell'amore e della bellezza fascinatrice, era nata dalla schiuma del mare (dal greco afros = schiuma bianca) e le sue sacerdotesse, ogni primavera, si bagnavano nel mare e ne riemergevano vergini, a sottolineare il potere rigenerante e purificante dell'acqua.
L'Angelo guardiano di questo elemento e' GABRIELE. I segni zodiacali che gli appartengono sono: CANCRO, SCORPIONE, PESCI. Questa categoria di fate comprende non solo le fate acquatiche, ma anche le sirene, le ondine e le driadi. Le fate dell'acqua sono di aspetto delicato, ma sono forse le più forti tra le fate. Sono le più belle tra le fate degli elementi. Le fate acquatiche sono quelle che conoscono i segreti dell'inconscio umano e sono capaci di entrare dentro la mente degli uomini, leggendone i pensieri. Proteggono la Vita e le persone dotate di poteri esoterici.
La Fata della Terra
Le fate della Terra sono spiritualmente la forza e la natura. Risiedono tra le rocce, in caverne o nella profondità del terreno. Le fate del terreno lavorano per mantenere la struttura fisica del terreno. La loro stretta correlazione al terreno e ai suoi metalli fa sì, che questi esseri fatati regalino oro o altri metalli preziosi agli umani.
L'Angelo guardiano è AURIEL. I segni appartenenti a questo elemento sono: TORO, VERGINE, CAPRICORNO.
Le fate della terra sono le più varie, perché comprendono le fate degli alberi, dei fiori, delle rocce e delle caverne. Le fate della terra difficilmente lasciano i propri territori, conducono una vita stanziale. Esse proteggono la fertilità e la famiglia.
Le Fate dell'Aria
Tutte le Fate che caratterizzano quest’elemento, possiedono le ali, il loro compito è il più svariato, dal produrre la più dolce brezza al più violento uragano. Spesso prendono le sembianze d’uccelli o di farfalle. Le Fate dell'aria sono le più evolute tutte le altre, perché in loro si possono trovare i quattro elementi: Le ali, simbolo dell'aria; le gambe della terra; lo scintillio del fuoco ed infine il fluttualità simbolo dell'acqua. L'aria è una forza creativa e quindi caratterizza queste fate rendendole intellettualmente versatili. Sono molto attratte dalle persone creative e molte volte, regalano a loro l'ispirazione. Le più importanti Fate dell'aria: Slyphs, Elfi Grigi, Cometes. L'Angelo guardiano di quest’elemento è RAFFAELE. I segni sono GEMELLI, BILANCIA ed ACQUARIO. Le Fate dell'aria sono le più eteree di tutte, quasi evanescenti. Esse proteggono il libero pensiero, l'intelligenza e l'individualità'. Sono fate che viaggiano molto, erranti direi, curiose e molto amichevoli. Sono le fate protettrici dei bambini e quelle che più amano aiutare le persone in difficoltà. Si muovono sospinte dai venti, come cristalli di neve... inoltre, esse spesso collaborano con le fate dell'acqua, a cui sono legate profondamente.
L’anima dei Fiori
E’ meraviglioso potersi stiracchiare in questo sole d’estate". Questo era quello che e continuava a ripetersi Rosa, mentre apriva i propri petali alla luce del giorno. Le radici solidamente piantate per terra, i petali di un tenero colore e un’arma, che non aveva mai saputo usare: le spine. Le calde giornate estive erano quasi finite e gli abitanti del piccolo bosco le avevano raccontato di come, più avanti, col passare del tempo, tutto sarebbe diventato completamente bianco, gli alberi si sarebbero spogliati dalle loro foglie e tutti sarebbero morti per rinascere in primavera.
Che strano modo di stare al mondo...che sia questo un segreto di vita?
Rinascere ogni volta dopo essere morti?
Quanti pensieri, quante domande...poche risposte.
Anche lei dunque sarebbe sfiorita… ma non era questo il momento di pensarci... però difficile far smettere quei pensieri che si rincorrevano a circolo, soprattutto quando si é perfettamente consapevoli che il tempo, non ti permette di indugiare e la vita... scivola come rugiada sui petali!
Così, tutta assorta nei propri pensieri, non si accorse del peso che gravava sull’ansa tra le prime foglie del gambo... e il peso si spostava, saliva... qualcosa si stava arrampicando, evitando accuratamente le spine... non riusciva a vedere... iniziò a preoccuparsi un poco... e poi vide una piccola ombra "Ehi! Ma dove credi di andare?… Fermo, chi sei?... Ahi! Ah! Mi rompi tutte le foglie, fai piano... ma insomma, vuoi stare più attento?"
Il "peso" che si arrampicava era un folletto, che imperterrito e con un ampio sorriso stampato sul buffo viso, continuava la sua arrampicata, fino a che non fu comodamente seduto sulle foglie alla base della corolla.
Il "peso" che si arrampicava era un folletto, che imperterrito e con un ampio sorriso stampato sul buffo viso, continuava la sua arrampicata, fino a che non fu comodamente seduto sulle foglie alla base della corolla.
"Comodo!!! Un giorno o l’altro dovrò decidermi ad imparare ad usare queste spine, per tutti gli intrusi poco educati che neppure si scusano... e sto parlando con te, signor naso rosso!!!"
Il folletto non smise di sorridere, anzi, il sorriso si trasformò in una sonora risata... rideva a... scoppi... come se le risate fossero bolle di sapone che esplodevano nell’aria... era buffissimo.
Era buffo il suo giubbetto di pelle, il naso grande e arrossato... le sue scarpe... il cappello, le orecchie... tutto l’insieme.
Il folletto, proseguendo nelle sue risate, tirò fuori dall’interno del giubbetto un flauto, si aggiustò un poco il berretto viola sul capo e iniziò a suonare;
Rosa era veramente seccata, sull’orlo di scuotersi e farlo cadere fragorosamente a terra, quell’estraneo la metteva a disagio, non parlava, le stropicciava le foglie, pesava... la musica che usciva da quello strumento però, era meravigliosa.
Rosa era veramente seccata, sull’orlo di scuotersi e farlo cadere fragorosamente a terra, quell’estraneo la metteva a disagio, non parlava, le stropicciava le foglie, pesava... la musica che usciva da quello strumento però, era meravigliosa.
Riusciva a crearle uno stato di pace e immediatamente si calmò, non sentì più il peso e l’invasione in nessun senso... il folletto era bravissimo e quella musica toccava gli strati più profondi della sua linfa... era bella come la rugiada che la dissetava al mattino e come i raggi del sole che rendevano i suoi petali vellutati, bella come il vento che porta i profumi e i suoni lontani.
Quando il folletto terminò di suonare, ripose il flauto all’interno del giubbetto, posò un bacio sul petalo di Rosa e iniziò la discesa, così com’era arrivato, senza una parola. Rosa era senza parole ed il folletto, ormai lontano nel bosco.
Hog, questo era il nome del folletto, che tutto gongolante rientrava al suo villaggio... e non aveva ancora smesso di sorridersi d’intesa: era felice, no, di più... finalmente dopo molto tempo, aveva avuto il coraggio di incontrare e sentire la vocina di Rosa, ce l’aveva fatta... da tempo desiderava quell’incontro, da tempo osservava Rosa nascosto dietro all’avena selvatica... SI, lo sapeva... Rosa era un fiore e lui un folletto... l’aveva vista sbocciare, aveva annusato il suo profumo portato dalla brezza primaverile... e se ne era innamorato... per questo continuava a ridere e non era riuscito a parlare... aveva suonato per lei... era la cosa che meglio gli veniva, quale musico del villaggio, le parole lui sapeva trasformarle in note... e faceva meno pasticci!
Rientrando nella sua capanna, continuava a pensare ai petali vellutati di rosa, erano proprio come li aveva immaginati lì, da lontano... ed il loro colore, non aveva paragoni, d’una bellezza indescrivibile... forse erano gli occhi dell’amore… forse... lui però non ricordava a memoria un bocciolo così bello!
Un folletto che si innamora di una rosa, una piccola rosa nascosta nel bosco delle querce... sembra una favola... invece era capitato a lui....proprio a lui, questo amore sconclusionato continuava a farlo sorridere, a fargli sorridere il cuore.
Il mattino seguente, quando il sole non era ancora del tutto sveglio, la musica del flauto di Hog, s’intrecciava già con i rumori del bosco e Rosa continuava ad essere inebriata, a non trovare più le parole, che in quella musica perdevano il senso, erano assolutamente inutili.
Hog, questo era il nome del folletto, che tutto gongolante rientrava al suo villaggio... e non aveva ancora smesso di sorridersi d’intesa: era felice, no, di più... finalmente dopo molto tempo, aveva avuto il coraggio di incontrare e sentire la vocina di Rosa, ce l’aveva fatta... da tempo desiderava quell’incontro, da tempo osservava Rosa nascosto dietro all’avena selvatica... SI, lo sapeva... Rosa era un fiore e lui un folletto... l’aveva vista sbocciare, aveva annusato il suo profumo portato dalla brezza primaverile... e se ne era innamorato... per questo continuava a ridere e non era riuscito a parlare... aveva suonato per lei... era la cosa che meglio gli veniva, quale musico del villaggio, le parole lui sapeva trasformarle in note... e faceva meno pasticci!
Rientrando nella sua capanna, continuava a pensare ai petali vellutati di rosa, erano proprio come li aveva immaginati lì, da lontano... ed il loro colore, non aveva paragoni, d’una bellezza indescrivibile... forse erano gli occhi dell’amore… forse... lui però non ricordava a memoria un bocciolo così bello!
Un folletto che si innamora di una rosa, una piccola rosa nascosta nel bosco delle querce... sembra una favola... invece era capitato a lui....proprio a lui, questo amore sconclusionato continuava a farlo sorridere, a fargli sorridere il cuore.
Il mattino seguente, quando il sole non era ancora del tutto sveglio, la musica del flauto di Hog, s’intrecciava già con i rumori del bosco e Rosa continuava ad essere inebriata, a non trovare più le parole, che in quella musica perdevano il senso, erano assolutamente inutili.
La musica era nutriente, la faceva sentire felice, leggera e viva.
Per molti giorni Hog tornò da Rosa, sempre in assoluto silenzio... sonoro, sempre col buffo sorriso e, quando tardava, Rosa lo aspettava con una leggera ansia, allungando il gambo per andare oltre l’orizzonte, pensando che quel rituale, entrato nella sua vita in modo così irruente, faceva parte ormai della sua giornata, del suo tempo, farne a meno le risultava difficile... quelle note, la facevano sentire più vicina al tepore del sole, le sembrava di poter volare come una farfalla invece di essere piantata nel terreno... abituarsi alla bellezza ci vuole un soffio.
Per molti giorni Hog tornò da Rosa, sempre in assoluto silenzio... sonoro, sempre col buffo sorriso e, quando tardava, Rosa lo aspettava con una leggera ansia, allungando il gambo per andare oltre l’orizzonte, pensando che quel rituale, entrato nella sua vita in modo così irruente, faceva parte ormai della sua giornata, del suo tempo, farne a meno le risultava difficile... quelle note, la facevano sentire più vicina al tepore del sole, le sembrava di poter volare come una farfalla invece di essere piantata nel terreno... abituarsi alla bellezza ci vuole un soffio.
Hog inventava ogni giorno brani più belli, suonava con maestria le melodie più dolci, era un virtuoso del flauto e suonava da sempre.
Quello era il modo che aveva di comunicare col mondo, il modo che aveva per esprimere quello che nasceva dal suo cuore... quando si é ispirati, la musica fluisce da sola, senza pensarla, come se appartenesse da sempre a te e come dono, uscisse dal cuore.
Il tempo passò e l’aria si fece più fredda e pungente ed i giorni sempre più corti; Rosa al mattino non riusciva più a stiracchiarsi al sole, se ne stava lì rannicchiata ed un poco intirizzita, con i petali racchiusi nell’intento di preservare quel poco calore che i raggi del sole riuscivano a mandarle e iniziava a pensare, che la sua stagione fosse giunta ormai al termine.
Non era triste, sapeva che nascere e morire facevano parte della vita.
Hog era triste, sapeva che nascere e morire facevano parte della vita... ma la vita contemplava per ciascuno uno spazio diverso tra i due eventi e quando non combaciavano, era dura cercare d’essere ragionevole... la ragione ha le sue ragioni e l’emozione non conosce disciplina o briglie... l’emozione si esprime libera, senza canali prestabiliti da percorrere, le emozioni si trasformano in sentimento, lo alimentano, la ragione alimenta la razionalità... due polarità difficili da conciliare.
Non era triste, sapeva che nascere e morire facevano parte della vita.
Hog era triste, sapeva che nascere e morire facevano parte della vita... ma la vita contemplava per ciascuno uno spazio diverso tra i due eventi e quando non combaciavano, era dura cercare d’essere ragionevole... la ragione ha le sue ragioni e l’emozione non conosce disciplina o briglie... l’emozione si esprime libera, senza canali prestabiliti da percorrere, le emozioni si trasformano in sentimento, lo alimentano, la ragione alimenta la razionalità... due polarità difficili da conciliare.
Api e farfalle non volavano più da tempo, gli uccelli avevano smesso di cantare, le foglie degli alberi avevano steso un morbido tappeto al suolo e molti animali erano già nel loro ricovero invernale e Rosa, iniziò a perdere i primi petali.
Per Hog, questa vista era insopportabile, gli sembrava di poter percepire la caduta dei petali come tonfi e lividi sulla terra e smise di andare a trovare Rosa per non vedere e sentire questa sofferenza... la sua sofferenza, perché Rosa era serena, dispiaciuta solo del fatto che non sentiva più il meraviglioso suono del flauto, quello che le portava il sole nel cuore e non riusciva a capire perché il folletto fosse sparito... di questo si rattristava, dell’abbandono.
Hog aveva consumato il pavimento della capanna a furia di camminare e pensare, pensare e camminare, avanti e indietro ed intorno al gran tavolo ingombro di boccette, libri, erbe e strumenti musicali... pensava e ripensava ad una alternativa migliore alla scelta presa... non ne aveva, Rosa gli mancava e nel suo ingenuo egoismo voleva ricordarla nella sua piena bellezza.
L’idea giunse d’improvviso, nello stesso istante in cui un sorriso esplose sul suo nasone rosso, gli occhi brillarono e uscì in tutta fretta dalla capanna.
Gli era venuto in mente uno strumento, usato nel villaggio degli Uomini Alti e allora, corse in fretta, sempre più in fretta per farsene prestare uno... in verità lo rubò, poiché gli Uomini Alti non credono ai folletti e non era quello il momento per fare discussioni.
Gli era venuto in mente uno strumento, usato nel villaggio degli Uomini Alti e allora, corse in fretta, sempre più in fretta per farsene prestare uno... in verità lo rubò, poiché gli Uomini Alti non credono ai folletti e non era quello il momento per fare discussioni.
Ne trovò uno nella scatola del cucito della Donna Alta, quella che viveva nella casa dove ogni tanto andava a curare il gatto.
Era pesante e ingombrante, se lo caricò sulle spalle e corse nuovamente nella radura del bosco di querce, dove Rosa se ne stava tutta intirizzita e nella sua fiera bellezza... anche con i petali appassiti, riusciva ad essere bella.
Rosa non si rese neppure conto di quello che stava succedendo, non ne ebbe il tempo, come non ebbe il tempo di provare dolore... fu un attimo.
Giaceva per terra col gambo tranciato, il folletto la raccolse delicatamente e la portò via.
Per vari giorni e notti restò chiuso nella sua capanna, gli altri folletti erano preoccupati, pensarono fosse impazzito per il dolore, poi iniziarono a pensare che forse stava male o peggio ancora, che fosse morto per il dolore della morte di Rosa... invece, Hog, lavorava!
Lavorò alacremente giorno e notte, da antichi saggi aveva imparato l’arte di conservare il profumo dei fiori ed ora, era giunto il tempo di mettere in pratica gli insegnamenti.
Rosa poteva vivere ancora!
Sarebbe vissuta per sempre, per il folletto e per tutti coloro che amano il profumo dei fiori, in questo modo era possibile "vestirsi" di questo profumo in ogni stagione.
Dal Paradiso dei Fiori, questa volta era Rosa a sorridere, era molto felice e mai avrebbe pensato di poter dare gioia a tutti coloro che l’avevano pianta ed in particolare al suo buffo folletto... solo da questo posto ora poteva capire e capire quello che voleva comunicare. Aveva capito che ogni azione di Hog era stata carica d’amore... per amore, lui aveva suonato per lei, per amore l’aveva recisa, per amore avrebbe conservato il suo profumo e per amore avrebbe insegnato ad altri quest’arte preziosa e sempre per amore, lo avrebbe donato al mondo.
Per un fiore, il proprio profumo è una cosa importante, la cosa più preziosa, la vera essenza, come per gli uomini lo è l’anima.
Il profumo è l’anima dei fiori e da allora, da quando Hog inventò la formula di conservazione, ogni volta che ne indossiamo uno, entriamo in sintonia e ascoltiamo le parole dell’anima dei fiori.
Il Corpo del peccato e gli elementali
Oltre alle Gerarchie divine e alle quattro onde di vita formate dagli Spiriti che ora si evolvono nel mondo fisico (regno minerale, vegetale, animale e umano), esistono altre quattro onde di vita in manifestazione nei mondi invisibili. Fra loro, si trovano degli spiriti sub-umani che vengono chiamati "elementali". Succede talvolta che uno di questi elementali, s’impossessi di un Corpo del peccato, "vitalizzandolo e dotandolo di vita propria", perché le vibrazioni di tale involucro, corrispondono a quelle che gli sono necessarie per la sua esistenza. Quando lo spirito che aveva abbandonato un guscio (divenuto un Corpo del peccato vitalizzato), rinasce sulla Terra, attira il suo Corpo del peccato che gli rimarrà "attaccato" per tutta la durata della sua vita, come se fosse un "demone accompagnatore". Una persona di questo tipo, proverà dei disagi non ben definiti e potrà decidere di passare la sua vita in un convento, al fine di mitigare i disturbi che gli rovinano la vita.
Le investigazioni a tal proposito, hanno dimostrato che nei tempi biblici, vi erano molte persone afflitte da un Corpo del peccato ed è ad esso, che Nostro Signore, attribuiva la causa delle diverse possessioni demoniache e di molte malattie. La parola greca "daimon" lo definisce, infatti, in modo molto preciso. (tratto dagli studi Rosacrociani)
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.