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traduttore
La maledizione del diamante Hope
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La maledizione del diamante Hope
Ci sono oggetti che sembrano possedere pericolosi poteri,o più semplicemente essere portatori di sventura per chi entra in loro possesso.
Così come ci sono persone portate a credere in queste relazioni e persone totalmente scettiche,che liquidano il tutto come sciocche superstizioni.
Pure la storia del diamante Hope,il famoso diamante blu della corte di Francia, è una storia con alle spalle una lunga scia di sangue.
Il diamante fa la sua comparsa nel 1688,alla corte del re Sole,Luigi XIV,che lo acquista da un gioielliere francese.
In precedenza il diamante era appartenuto a tale Jean-Baptiste Tavernier;sul suo conto girava la voce che avesse rubato il diamante in India,dove era incastonato in una statua dedicata ad una divinità indu,e che in conseguenza di questo sacrilegio avesse,da quel momento,conosciuto solo disastri e rovesci economici.
Il diamante,di un bellissimo colore blu,era in origine di 112 carati;il re lo fece tagliare e ridurre a forma di cuore, a 62,5 carati e lo donò alla sua amante preferita,madame di Montespan.
primi possessori del diamante:Luigi XIV e Madame de Montespan
Che fu la prima vittima famosa della maledizione del diamante quando venne coinvolta in uno scandalo terribile,quello delle messe nere con sacrificio di neonati in cui venne coinvolta una parte della nobiltà di corte;uno scandalo che venne messo a tacere proprio per la presenza di molti nobili,fra i quali c’era lei,madame de Montespan.
Che da quel momento venne messa in disparte,mentre Catherine Voisin,la principale responsabile del turpe affaire,finì sul patibolo.
Il diamante restò alla corte di Francia,e fu Luigi XVI e la sua famiglia il protagonista in negativo del malefico influsso della pietra.
Luigi XVI e Maria Antonietta
La regalò alla moglie,l’austriaca Maria Antonietta,che com’è noto fini decapitata,come il regale marito,ma non solo;
la principessa di Lamballe,a cui la sventurata regina aveva affidato il diamante,morì linciata dalla folla.
Da quel momento la sorte del diamante è abbastanza complessa;si narra che durante il periodo caotico della rivoluzione francese sia finito nelle mani di un gioielliere parigino,morto di crepacuore quando scoprì che il figlio lo aveva rubato.
Il diamante varcò la Manica e fini in Inghilterra,dove venne acquistato dal gioielliere inglese Hope,da cui il diamante prese il nome;era stato ulteriormente ridotto di volume,fino ad arrivare alla versione che conosciamo tutt’oggi,di 44,5 carati.
Il diamante Hope nella versione con la collana Cartier
I discendenti della famiglia Hope,che se lo tramandarono di padre in figlio,vennero colpiti da una lunga serie di sciagure,fino a quando uno della famiglia,in cattive condizioni finanziarie,non decise di sbarazzarsene e di venderlo.
L’acquirente,guarda caso,era un francese, Jacques Colot,che lo vendette ad un nobile russo,prima di finire suicida;non andò meglio al nobile russo,che lo regalò ad una ballerina,con il risultato che una sera,in un attacco di gelosia,la strangolò;il russo finirà poi fucilato durante la rivoluzione d’ottobre.
I proprietari successivi non ebbero miglior sorte;il primo di essi,un greco, Simon Matharides,morì in maniera misteriosa durante un’escursione,sfracellandosi giù per una scarpata,mentre il successivo,un sultano turco,morì di crepacuore,mentre sempre un turco,che aveva sottratto il diamante al legittimo proprietario,il sultano,morì annegato.
La storia ovviamente non finisce qua;il diamante ritorna per l’ennesima volta in Francia,questa volta nelle mani del grande gioielliere Cartier,che lo acquista nel 1909,ma lo tiene per poco tempo,giusto un anno,prima di venderlo a Evelyn Walsh Maclean,ereditiera del Washington post e cliente del gioielliere.
Il diamante Hope e Evelyn McLean nella pubblicità Cartier
Cartier monta la pietra come un ciondolo,circondato da diamanti,sospeso ad una stupenda catena di diamanti.
L’ereditiera lo acquista,e da quel momento la maledizione del diamante entra anche in casa MacLean.
Muore il figlio di dieci anni della donna,muore l’ex marito,dal quale divorzia,un uomo ridotto all’alcool e disperato,muore la figlia,che aveva indossato il diamante il giorno delle nozze.
La donna però,nonostante le tragedie,lo tenne ugualmente con se,sfidando la fama oscura del diamante,e alla sua morte il diamante finì il suo pellegrinaggio nelle mani di Harry Winston,un americano,che prima lo mandò in giro per il mondo,e infine lo cedette,non sappiamo con quale animo,allo Smithsonian Institution di Washington,dove,protetto da una teca di vetro,fa bella mostra di se ancora oggi.
L’ereditiera americana Evelyn McLean
Una scia di sangue e lutti accompagna la storia di una pietra magnifica,unica nel suo genere,con quelle tonalità di blu che la rendono tanto particolare;una pietra che ha fatto il giro del mondo,nel corso della sua esistenza.
Lo Smithsonian Institute
Così come ci sono persone portate a credere in queste relazioni e persone totalmente scettiche,che liquidano il tutto come sciocche superstizioni.
Pure la storia del diamante Hope,il famoso diamante blu della corte di Francia, è una storia con alle spalle una lunga scia di sangue.
Il diamante fa la sua comparsa nel 1688,alla corte del re Sole,Luigi XIV,che lo acquista da un gioielliere francese.
In precedenza il diamante era appartenuto a tale Jean-Baptiste Tavernier;sul suo conto girava la voce che avesse rubato il diamante in India,dove era incastonato in una statua dedicata ad una divinità indu,e che in conseguenza di questo sacrilegio avesse,da quel momento,conosciuto solo disastri e rovesci economici.
Il diamante,di un bellissimo colore blu,era in origine di 112 carati;il re lo fece tagliare e ridurre a forma di cuore, a 62,5 carati e lo donò alla sua amante preferita,madame di Montespan.
primi possessori del diamante:Luigi XIV e Madame de Montespan
Che fu la prima vittima famosa della maledizione del diamante quando venne coinvolta in uno scandalo terribile,quello delle messe nere con sacrificio di neonati in cui venne coinvolta una parte della nobiltà di corte;uno scandalo che venne messo a tacere proprio per la presenza di molti nobili,fra i quali c’era lei,madame de Montespan.
Che da quel momento venne messa in disparte,mentre Catherine Voisin,la principale responsabile del turpe affaire,finì sul patibolo.
Il diamante restò alla corte di Francia,e fu Luigi XVI e la sua famiglia il protagonista in negativo del malefico influsso della pietra.
Luigi XVI e Maria Antonietta
La regalò alla moglie,l’austriaca Maria Antonietta,che com’è noto fini decapitata,come il regale marito,ma non solo;
la principessa di Lamballe,a cui la sventurata regina aveva affidato il diamante,morì linciata dalla folla.
Da quel momento la sorte del diamante è abbastanza complessa;si narra che durante il periodo caotico della rivoluzione francese sia finito nelle mani di un gioielliere parigino,morto di crepacuore quando scoprì che il figlio lo aveva rubato.
Il diamante varcò la Manica e fini in Inghilterra,dove venne acquistato dal gioielliere inglese Hope,da cui il diamante prese il nome;era stato ulteriormente ridotto di volume,fino ad arrivare alla versione che conosciamo tutt’oggi,di 44,5 carati.
Il diamante Hope nella versione con la collana Cartier
I discendenti della famiglia Hope,che se lo tramandarono di padre in figlio,vennero colpiti da una lunga serie di sciagure,fino a quando uno della famiglia,in cattive condizioni finanziarie,non decise di sbarazzarsene e di venderlo.
L’acquirente,guarda caso,era un francese, Jacques Colot,che lo vendette ad un nobile russo,prima di finire suicida;non andò meglio al nobile russo,che lo regalò ad una ballerina,con il risultato che una sera,in un attacco di gelosia,la strangolò;il russo finirà poi fucilato durante la rivoluzione d’ottobre.
I proprietari successivi non ebbero miglior sorte;il primo di essi,un greco, Simon Matharides,morì in maniera misteriosa durante un’escursione,sfracellandosi giù per una scarpata,mentre il successivo,un sultano turco,morì di crepacuore,mentre sempre un turco,che aveva sottratto il diamante al legittimo proprietario,il sultano,morì annegato.
La storia ovviamente non finisce qua;il diamante ritorna per l’ennesima volta in Francia,questa volta nelle mani del grande gioielliere Cartier,che lo acquista nel 1909,ma lo tiene per poco tempo,giusto un anno,prima di venderlo a Evelyn Walsh Maclean,ereditiera del Washington post e cliente del gioielliere.
Il diamante Hope e Evelyn McLean nella pubblicità Cartier
Cartier monta la pietra come un ciondolo,circondato da diamanti,sospeso ad una stupenda catena di diamanti.
L’ereditiera lo acquista,e da quel momento la maledizione del diamante entra anche in casa MacLean.
Muore il figlio di dieci anni della donna,muore l’ex marito,dal quale divorzia,un uomo ridotto all’alcool e disperato,muore la figlia,che aveva indossato il diamante il giorno delle nozze.
La donna però,nonostante le tragedie,lo tenne ugualmente con se,sfidando la fama oscura del diamante,e alla sua morte il diamante finì il suo pellegrinaggio nelle mani di Harry Winston,un americano,che prima lo mandò in giro per il mondo,e infine lo cedette,non sappiamo con quale animo,allo Smithsonian Institution di Washington,dove,protetto da una teca di vetro,fa bella mostra di se ancora oggi.
L’ereditiera americana Evelyn McLean
Una scia di sangue e lutti accompagna la storia di una pietra magnifica,unica nel suo genere,con quelle tonalità di blu che la rendono tanto particolare;una pietra che ha fatto il giro del mondo,nel corso della sua esistenza.
Lo Smithsonian Institute
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