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Le due prospettive
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Le due prospettive
Il problema di cosa sia la filosofia si può tuttavia porre secondo due prospettive diverse:
a seconda che la definizione venga elaborata sul piano storico, ovvero la filosofia consiste essenzialmente nella sua storia e nella sua tradizione,
oppure sul piano strettamente gnoseologico individuando l'oggetto della conoscenza filosofica e formalizzandone il metodo.
La prima prospettiva è stata seguita per lo più dalla filosofia continentale nel suo sviluppo successivo alla diffusione del Cristianesimo, laddove si è posta la necessità di individuare, nella storia del pensiero, il dipanarsi di un filo conduttore univoco.
Un recente esempio di questo modo d'intendere la filosofia può rintracciarsi nel pensiero di Gilles Deleuze che nell'opera dedicata al senso della filosofia sostiene che la domanda su cosa sia la filosofia non a caso ce la poniamo quando siamo vecchi, proprio nell’età infatti in cui non abbiamo più nulla da chiedere quando siamo in quell'intervallo tra la vita e la morte in cui godiamo di una libertà assoluta. La risposta a quella domanda ribadisce l'importanza della prospettiva storica nel senso che «la filosofia, è l'arte di formare, di inventare, di fabbricare concetti, ma non soltanto. E' altrettanto importante definire il contesto in cui opera e gli interlocutori cui si rivolge.»
La storia della filosofia consente così di rintracciare le varie linee evolutive del concetto di filosofia e quindi definire secondo un criterio unitario ed organico i problemi oggetto della conoscenza filosofica; essi possono tuttavia essere studiati, oltre che dal punto di vista storico, anche singolarmente, esaminando le varie posizioni filosofiche sugli specifici argomenti.
La seconda prospettiva, invece, trova il suo antico fondamento nella filosofia greca, in particolare aristotelica, rinnovatasi nell'ultimo secolo con la rinascita, accompagnata da una ripresa di interesse, degli studi di logica e con i tentativi del circolo di Vienna, di Bertrand Russell, di Wittgenstein ed altri, di fondare rigorosamente la conoscenza filosofica.
a seconda che la definizione venga elaborata sul piano storico, ovvero la filosofia consiste essenzialmente nella sua storia e nella sua tradizione,
oppure sul piano strettamente gnoseologico individuando l'oggetto della conoscenza filosofica e formalizzandone il metodo.
La prima prospettiva è stata seguita per lo più dalla filosofia continentale nel suo sviluppo successivo alla diffusione del Cristianesimo, laddove si è posta la necessità di individuare, nella storia del pensiero, il dipanarsi di un filo conduttore univoco.
Un recente esempio di questo modo d'intendere la filosofia può rintracciarsi nel pensiero di Gilles Deleuze che nell'opera dedicata al senso della filosofia sostiene che la domanda su cosa sia la filosofia non a caso ce la poniamo quando siamo vecchi, proprio nell’età infatti in cui non abbiamo più nulla da chiedere quando siamo in quell'intervallo tra la vita e la morte in cui godiamo di una libertà assoluta. La risposta a quella domanda ribadisce l'importanza della prospettiva storica nel senso che «la filosofia, è l'arte di formare, di inventare, di fabbricare concetti, ma non soltanto. E' altrettanto importante definire il contesto in cui opera e gli interlocutori cui si rivolge.»
La storia della filosofia consente così di rintracciare le varie linee evolutive del concetto di filosofia e quindi definire secondo un criterio unitario ed organico i problemi oggetto della conoscenza filosofica; essi possono tuttavia essere studiati, oltre che dal punto di vista storico, anche singolarmente, esaminando le varie posizioni filosofiche sugli specifici argomenti.
La seconda prospettiva, invece, trova il suo antico fondamento nella filosofia greca, in particolare aristotelica, rinnovatasi nell'ultimo secolo con la rinascita, accompagnata da una ripresa di interesse, degli studi di logica e con i tentativi del circolo di Vienna, di Bertrand Russell, di Wittgenstein ed altri, di fondare rigorosamente la conoscenza filosofica.
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